Broker regolamentati e non: quali sono le differenze e come si riconoscono?

Consob

Scegliere una piattaforma di trading non è così semplice come si potrebbe pensare. Una delle prime considerazioni che si devono fare riguarda infatti l’aspetto legale della faccenda. Digitando su google «piattaforme di trading» si genereranno oltre 1.500.000 links. Un utente inesperto, e che dunque non conosce le dinamiche del mondo finanziario, potrebbe facilmente essere tratto in inganno.

Secondo gli ultimi dati, dal 2020 ad oggi, in Italia gli utenti che hanno deciso di iniziare a fare trading superano gli 8 milioni, ma il fenomeno non si è ancora arrestato.

Molti di questi non hanno una preparazione finanziaria adeguata e, dunque, non sanno come muoversi all’interno del sistema. La prima cosa che si deve comprendere quando si decide di fare trading, dunque, è che la scelta del giusto broker è fondamentale.

In Italia esiste una regolamentazione precisa in materia che viene controllata dalla Consob, ovvero la Commissione Nazionale per la Società e la Borsa. Si tratta di un’autorità amministrativa indipendente dotata di autonoma personalità giuridica e piena autonomia operativa. La Consob rilascia delle licenze a quei broker che rispettano i suoi requisiti. Tali licenze permettono di operare sul territorio italiano.

I criteri di rilascio delle licenze

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La Consob, come detto, è l’ente predisposto in Italia a garantire la legalità nel trading e negli investimenti in generale. Il suo compito è quello di controllare che i broker adottino le direttive europea espresse da ESMA (European Security and Markets Authority).

Quest’ultimo è l’organismo dell’Unione Europea per la regolamentazione dei mercati finanziari in tutta l’eurozona. Esso opera in continuo coordinamento con gli enti nazionali come la Consob, monitorandone l’operato. Ogni Paese europeo ha dunque un ente preposto che svolge la stessa funzione di quello italiano. I più famosi sono FSMA (Belgio,) BaFin (Germania), AMF (Francia), CNMV (Spagna) e CySEC (Cipro).

Un broker che voglia ottenere una licenza in Italia, dunque, deve rispettare delle normative europee. Attualmente la normativa prodotta dall’ESMA è il MIFID 2. Quest’ultimo altro non è che un piano direttivo che tutti gli enti finanziari devono rispettare per operare legalmente nell’eurozona. Il suo obiettivo è quello di impedire che investitori con scarsa dimestichezza finanziaria cadano in qualche tranello.

Il MIFID 2 ha introdotto il divieto alle opzioni binarie e creato l’ICF (Fondo di Compensazione degli Investitori) che garantisce un risarcimento per ogni utente in caso il broker fallisse o dovesse riscontrare malfunzionamenti. Inoltre, ha creato la Protezione del Saldo Negativo, permettendo ad ogni trader di non perdere più soldi di quanti non se ne depositano.

Ciò significa che ogni broker dotato di licenza, segue le direttive ESMA e attua una serie di sistemi a tutela degli utenti investitori. Queste tutele sono accurate e seguono l’utente durante tutto il percorso di acquisizione.

Va da sé che se un broker ha già una licenza in un altro Paese europeo, l’iter per ottenerla in Italia è più semplice, perché la Consob può garantire per i traders rispetto a qualsiasi intermediario, previa un’approfondita analisi del comportamento dei servizi offerti dal broker.

Quali garanzie vengono offerte?

Quando si decide di registrare un conto con un broker autorizzato Consob, viene richiesto, tra le altre cose, di compilare il questionario obbligatorio KYC (Know Your Costumer). Quest’ultimo è un questionario che ha una duplice funzione: da una parte serve al broker per aiutarlo a distinguere gli investitori professionisti da quelli alle prime armi, dall’altro fornisce al trader la garanzia di essere tutelato.

Fino a pochi anni fa, infatti, chi era alle prime armi in questo campo, correva un alto rischio di perdere i propri capitali prima di aver compreso il funzionamento della piattaforma d’investimento.

Inoltre, il MIFID 2 introduce il divieto per i broker di offrire bonus ai nuovi iscritti per non incentivare il rischio di investimenti azzardati o compulsivi. Per lo stesso motivo vengono vietati l’utilizzo di alcuni canali pubblicitari come il telemarketing o cold calling. Infine, ad ulteriore protezione dei trader, tutti i loro fondi devono essere custodi e secretati, oltre che tenuti separati dagli altri, in una banca esterna al broker.

I broker non regolamentati

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I broker non regolamentati sono anche definiti broker non ESMA, perché non sono obbligati a rispettare le direttive del MIFID 2. Per capire se un broker non è regolamentato è necessario prestare particolare attenzione alla home page del suo sito. Nelle sezioni «contatti» e «termini e condizioni» dovrebbero essere specificate alcune notizie fondamentali quali, ad esempio, regolamentazioni riconosciute dall’Unione Europea, sede di riferimento e metodi di contatto professionali e trasparenti.

Il modo migliore per verificare se un si tratta di broker non ESMA è quello di controllare sul sito della Consob e più precisamente la sezione «imprese di investimento». Qui sarà possibile trovare l’elenco di tutte le società autorizzate ad agire sul territorio italiano. L’elenco inizia con le classiche Società di Intermediazione Mobiliare. In questo caso parliamo delle semplici società di investimento cui è riservato l’esercizio professionale dei servizi di investimento.

Sul sito della Consob è possibile trovare anche l’elenco delle Imprese di paesi terzi (quindi non italiani), diverse dalle banche, autorizzate dalla Consob a operare in Italia in regime di libera prestazione di servizi, oltre che quello delle Imprese di investimento autorizzate in altri Stati UE con succursale in Italia. Tutte le aziende nominate nella sezione sopra menzionata garantiscono un livello di sicurezza dei dati e delle transazioni fondamentale per chi ha interesse a investire nel settore finanziario.

Infatti, molto spesso i broker non regolamentati hanno la sede in paradisi fiscali e promettono rendimenti più elevati rispetto al mercato. In pratica, vendono il classico sogno del guadagno facile che, in realtà, comporta un rischio di investimento molto elevato se non, in alcuni casi, una vera frode.

Per convincere a investire nella loro rete offrono spesso anche vari bonus o incentivi di benvenuto, cosa che abbiamo visto essere illegale. Infine, in alcuni casi è possibile anche che si faccia fatica a rientrare della cifra investita, una volta che si decida di ritirarsi. Non sono rari i casi in cui alcuni broker si rendano irreperibili al momento della richiesta. Per questo conviene sempre informarsi prima sulla reale natura del broker.

Broker o banca?

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Fino a questo momento abbiamo parlato unicamente di broker, ma chi mastica un po’ di finanza sa che è possibile effettuare investimenti finanziari anche tramite banca. Quali sono le principali differenze?

Chi decide di affidarsi ad una banca per i propri investimenti lo fa principalmente per fiducia. La maggior parte delle persone che fa questa scelta infatti ha un rapporto di lunga durata con il proprio istituto di credito o con il consulente che gli propone l’investimento. A differenza del broker online, infatti, la banca mette a disposizione un consulente in carne e ossa, ovvero un riferimento fisico cui rivolgersi in caso di necessità. Tuttavia, a questi vantaggi, si sommano anche dei problemi cui tenere conto. Innanzitutto, ci sono i costi, con commissioni che possono raggiungere anche i 50 euro per ciascuna operazione. Inoltre, le esecuzioni degli ordini sono complesse e richiedono quindi tempi più lunghi.

Le piattaforme di trading online, invece, permettono di operare in modo assolutamente indipendente e senza intermediari. Ciò significa che si potranno gestire le operazioni in totale indipendenza e senza alcun tipo di attesa, dato che tutto avviene in tempo reale. Le transazioni sono infatti molto rapide per quanto riguarda gli accrediti degli eventuali guadagni.

Inoltre, va considerato che «agire in autonomia» non significa essere lasciati da soli. Infatti, le piattaforme di trading mettono sempre a disposizione del materiale didattico con cui rimanere informati, oltre che una serie di strumenti utili per operare sui mercati finanziari. Altro fatto che va considerato è che è sempre presente sulle piattaforme un sistema di assistenza per rispondere a tutti i dubbi.

Infine, cosa tutt’altro che trascurabile, vi è l’aspetto economico: operando attraverso le piattaforme di trading online si potrà investire un capitale esiguo.

Le differenze tra banca e broker online, come si vede, sono molte. Sta al trader scegliere poi in base alle proprie esigenze la migliore soluzione per sé.

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