Come SCEGLIERE il BROKER o la BANCA per investire

 

Come SCEGLIERE il BROKER o la BANCA per investire – Come scegliere il broker adatto alle nostre esigenze?

In questo articolo cercheremo di rispondere in modo completo a questa domanda.

Analizzeremo tutti gli aspetti più importanti da prendere in considerazione quando si decide il broker su cui investire.

Partiamo definendo i due tipi di regimi che esistono in Italia.

Il regime amministrato, ovvero dove il broker o la banca si occupa di tutta la parte fiscale relativa ai guadagni.

Infatti, ogni volta che effettuerete un guadagno, questo va tassato:

sia sul capital gain (esempio pratico: compro un’azione a 10 euro, questa aumenterà di valore fino a 20 euro, e decido di vendere; su quei 10 euro di differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, pagherò il 26 per cento di ritenuta fiscale.

sia sui dividendi (esempio pratico: quando una compagnia decide di distribuire una parte del proprio utile agli azionisti, anche su questo dividendo verrà pagata una tassazione del 26 per cento).

Questi due oneri fiscali saranno a carico della banca.

Noi pensiamo di vedere il guadagno completamente tassato, si potrebbe dire che vediamo i soldi puliti, netti.

Non è così.

C’è il regime dichiarativo dove invece tutta questa parte è a carico nostro.

Dovremo occuparci di tutto noi.

Come potete ben immaginare, un Broker che si occupa di tutto costerà di più.

Quindi avremo delle commissioni più alte e magari un costo del deposito titoli maggiore, mentre invece i broker a regime dichiarativo sono famosi per avere dei costi bassissimi.

Nella maggior parte dei casi potete comprare e vendere titoli senza pagare niente di commissioni.

Quindi potrete investire anche in piccoli pacchetti e questo è sicuramente un vantaggio perché non avrebbe senso investire 100 euro su azioni dove pagherò 10 euro di commissioni, perché dovrei fare un rendimento del 10 per cento solo per recuperare quei costi.

Infatti molti di voi vorreste comprare delle azioni americane ma tenendo in conto i costi, se vorreste acquistae pacchetti minimi di 300 o 400 euro, avrebbe poco senso fare questo genere di investimento.

Questo perché, se sommate i costi di ingresso e i costi di uscita capirete che avrete bisogno di fareil 10 o il 20 per cento di guadagno solo per recuperare questi costi.

Nel caso di Broker a regime dichiarativo, questo problema non persiste, perché di solito le commissioni, o sono nulle, o sono bassissime.

Quindi potenzialmente potreste investire anche solo 10-15 euro su un’azione americana e non pagare niente di commissioni.

Ciò significa che anche fare percentuali alte su importi bassi non sarebbe un problema, perché comunque paghereste commissioni bassissime.

Discorso a parte ovviamente, su aziende da cui vi aspettereste un rendimento altissimo.

Ad esempio, chi compra Tesla, si aspetta di fare “rendimenti alti” o “perdite alte”

In questo caso capite che, se fate il 100 per cento di rendimento anche se avete pagato 10 o 15 dollari di commissioni, in realtà conta relativamente poco.

Andiamo adesso a vedere i pro e i contro di entrambe le situazioni.

Come avete capito non esiste una situazione adatta per tutti, non c’è la soluzione “chiavi in mano”, ognuno deve valutare in base a quello che vuol fare il proprio broker.

La prima cosa è capire esattamente quello che voi volete fare, indipendentemente dal tipo di regime.

Dovete pensare quale tipo di prodotti volete acquistare e in base a ciò, decidere il Broker più conveniente per voi.

Esempio: molte persone che investono con regime amministrato quindi utilizzando delle banche, si lamentano dei costi molto elevati sugli etf.

Le banche di solito sono abbastanza “famose” per avere commissioni altissime su questi prodotti.

Potreste pagare anchea 10 o 15 euro per comprare una quota di un etf, e capite che se una persona volesse fare un piano di accumulo, ha poco senso pagare quei costi.

Sicuramente non è il mezzo adatto per farlo.

Bisogna trovare un Broker che abbia delle commissioni molto più basse, perché fare un piano di accumulo spendendo migliaia di euro in commissioni, è una cosa anche relativamente poco sensata.

Come SCEGLIERE il BROKER o la BANCA per investire – Parliamo dei vantaggi del regime dichiarativo.

Il primo quello che sentirete nominare più spesso è quello con cui potete avere più tempo a disposizione prima di pagare le tasse.

Normalmente potrete effettuare dei guadagni in qualsiasi periodo dell’anno, ma le scadenze con cui pagare le tassazioni, in realtà saranno vincolate.

Capite che se avete realizzato un guadagno oggi e tenete questo guadagno netto fino a giugno, avrete molto più tempo per generare degli interessi anche su quella parte del guadagno che invece sarebbe andata in tassazione.

Questo è indubbiamente un vantaggio ma, solo su importi di una certa consistenza.

Se con questo sistema io riesco a tenere in mano decine di migliaia di euro in più che invece avrei pagato subito in tasse, capite che in sei mesi, con 10 o 20 mila euro, possiamo realizzare un guadagno più o meno interessante.

Se invece si parla di importi molto bassi, non cambia praticamente niente.

Il tutto ovviamente dipenderà anche dal vostro volume d’affari.

Altro aspetto è il fatto di compensare le minusvalenze con le plusvalenze.

Con un regime amministrato dovrete per forza fare prima una minusvalenza, e recuperare in futuro con la tassazione sulla plusvalenza.

Col regime dichiarativo invece, questo problema semplicemente non c’è

Infatti, facendo le dichiarazioni dei redditi a fine anno ad esempio, l’ordine con cui avete fatto plusvalenze e minusvalenze non conta.

Andrete semplicemente a sommare perdite e guadagni e su questo pagherete la tassazione dovuta.

Un aspetto negativo invece, potrebbe essere quello della garanzia sul capitale.

Non ci riferiamo al capitale investito, perché le azioni sono nominali, (appartengono a voi indipendentemente dal broker con cui avete investito), però il deposito “liquido”, la parte del vostro denaro che è in liquidità sul conto corrente della banca o del broker, quello può essere soggetto a diverse garanzie.

Se investite attraverso una banca, quel capitale è garantito fino a 100 mila euro,

quindi anche se una banca dovesse fallire, il vostro deposito in liquidità è garantito fino a 100.000 euro.

Con altri broker la situazione è diversa.

Alcuni lo fanno comunque, altri invece propongono della garanzia capitale più bassa, magari fino a 20, 30, o 50 mila euro.

Quindi una persona che vuole tenere buona parte del proprio patrimonio in liquidità, magari perché aspetta un crollo futuro dei mercati, deve considerare questa cosa.

Non dormireste sonni tranquilli sapendo che una parte dei vostri soldi non è garantita, e che potreste perderla nel caso di fallimento di un Broker.

Come SCEGLIERE il BROKER o la BANCA per investire – Come si fa a pagare le tasse il regime dichiarativo?

Molti broker mettono a disposizione dei moduli precompilati.

Basterà compilare quel modulo, inviarlo per mail all’agenzia delle entrate e successivamente provvedere al bonifico per il pagamento delle imposte.

Con altri prodotti o altri broker il procedimento potrebbe essere leggermente più complicato.

In alcuni casi potrebbe essere necessario andare da un commercialista.

Molte persone non vogliono assolutamente fare regime dichiarativo proprio per questo motivo.

Secondo loro, il risparmio in termini economici, non vale tutta la parte di preoccupazioni e di tempo speso a pagare le tasse; loro si trovano benissimo facendo fare tutto al broker.

Questa è quindi una cosa sicuramente da considerare, perché è un onere a carico vostro, e sicuramente anche una preoccupazione in più, perché comunque avrete delle scadenze, e se non pagate le tasse con regolarità e nel modo corretto, ovviamente andrete incontro ad alcune sanzioni.

In base a quanto capitale volete investire dovrete quindi calcolare quale sarebbe il risparmio passando da un regime all’altro.

Se cambia di pochissimi euro, il nostro consiglio è quello di scegliere il regime amministrato, perché per pochi euro ci toglie il peso di dover pensare a tutta la parte fiscale.

Se invece il risparmio inizia ad essere consistente, potreste valutare un regime di tipo dichiarativo.

In entrambe le categorie, dovrete stare molto attenti alle commissioni che vengono praticate sui vari prodotti.

Le commissioni non sono mai standard, sono diverse da broker a broker.

Ci sono dei broker che sono molto più adatti ad investire in azioni o in etf, altri sono perfetti invece per chi fa trading su strumenti derivati.

Come SCEGLIERE il BROKER o la BANCA per investire – CONCLUSIONI

Per chi non fa trading, e non ha interesse a continuare a comprare e vendere in poco tempo, ha poco senso guardare broker che offrono tariffe vantaggiose sul lato trading.

Potreste essere più interessati a trovare un Broker che vi propone delle commissioni più bessa sull’acquisto di etf, perché sono i prodotti che utilizzate di più.

Un’ultimo parametro da considerare quando si sceglie un broker è quanto questo broker sia user friendly, ovvero quanto sia semplice da usare.

Alcuni broker sono molto complicati da utilizzare a causa di una struttura e una impostazione delle informazioni non adatta a tutti; non si riesce a capire dove sia il lato vendita, il lato estratto conto, oppure dove si scelga il titolo, dove inserire gli ordini etc…

Potrebbe essere una situazione molto spiacevole soprattutto quando ci sono “occasioni” da non perdere, come eccessivi ribassi di mercato che sono ottime opportunità di acquisto, e magari non si riesce bene a capire se ho comprato o venduto.

Preferite sempre un broker che sia perfettamente chiaro e sia molto facile da utilizzare.

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